martedì 19 gennaio 2016

Le Cause Della Caduta Dell'Impero Romano

Pressione dei barbari. La spinta dei nomadi provenienti dalle steppe e la creazione di confederazioni barbariche molto più forti e organizzate delle tribù del I secolo a.C. lungo le rive orientali e settentrionali di Reno e Danubio ebbero un ruolo importante nella crisi dell'impero.

Guerre civili. Dopo il lungo periodo di pace (dal 30 a.C. al 192 d.C.) eserciti romani tornarono a scontrarsi tra loro proprio durante il III secolo, mentre carestia, pestilenza endemica e attacchi barbarici alle frontiere rendevano già critica la situazione.    La grande crisi militare del 235-285 che destrutturò l’esercito, fu caratterizzata da imperatori effimeri, provocò una serie interminabile di guerre civili e permise ai barbari di invadere molte province dell’impero;

Inflazione. Nello stesso periodo (III secolo) si svalutò pesantemente la moneta provocando una inflazione molto rilevante che ebbe come conseguenze povertà, malcontento e rivolte (come quella in Gallia dei contadini Bagaudi).

Rigidità sociale. Il diminuito afflusso di schiavi conseguente alla fine delle guerre di conquista (inizio del II secolo) provocò una carenza di mano d’opera tale che, alla fine del III secolo, lo Stato fu costretto a rendere ereditario il lavoro agricolo.
Latifondo. Aumentarono invece ricchezza e potere dei latifondisti (quasi tutti senatori) che divennero man mano sempre più autonomi dallo Stato fino a ritirarsi nelle loro ville-fortezze come veri e propri feudatari e a non voler concedere i loro contadini al reclutamento.Insomma la popolazione si divise in due fasce: una sottilissima di ricchi e super-ricchi, un’altra grandissima di poveri e indigenti.

Crisi demografica. Ebbe come conseguenza un rapido ricambio delle classi dirigenti.  Sia le grandi famiglie di origine patrizia sia quelle plebee si estinguevano nel giro di poche generazioni e al loro posto entravano gente alla cultura romana, provinciali e barbari.

Cristianesimo. La nuova religione si contrappose radicalmente agli ideali classici.  Era intollerante ed esclusiva e predicava una sorta di non-violenza diffondendo un’ideologia remissiva che contrastava con le necessità di difesa e di organizzazione civile in un momento molto difficile per l’impero (III-V secolo).  Inoltre prediligeva la castità inducendo molti adepti a non sposarsi contribuendo così alla crisi demografica già creata da guerre civili e difficoltà sociali.   La Chiesa cristiana, molto bene organizzata e, dal III secolo anche molto ricca, creò una specie di stato nello stato che, a partire dal IV secolo divenne egemone anche politicamente.  Molti cristiani, soprattutto fino a quando l’impero fu pagano, non volevano combattere contro i nemici esterni.  Era l’esaltazione del martirio.

Barbari nell’esercito. La carenza della leva militare (l’ultima venne fatta ai primi del V secolo) creò vuoti nell’esercito che furono riempiti, a partire dal III secolo, dai barbari che alla fine del IV secolo divennero la maggioranza dei soldati arrivando a detenere anche i massimi comandi militari.   Sarà un comandante barbaro dell’esercito romano a deporre l’ultimo imperatore d’Occidente nel 476.

Sconfitte militari. L’esercito romano, che nei primi secoli dell’impero era praticamente invincibile in quanto organizzato in misura incomparabilmente superiore a quella delle tribù barbariche, perse gradualmente questo primato a partire dalla metà del III secolo .Durante il III secolo le armate romane subirono varie disfatte sia contro i Persiani, sia contro i Goti e soltanto con Aureliano e i suoi successori riuscirono a ritornare.  Dopo di allora i vuoti furono colmati da gruppi e tribù barbariche, tutti soldati molto infidi e indisciplinati che, alla fine, si ribellarono al governo centrale (476).

Nessun commento:

Posta un commento